Dal Missouri, nell'altopiano dell'Ozark, terra di un’adolescenza che ispira il nuovo disco di Gripka.
Meditazioni di famiglia, racconti di guerra, chiesa e chitarre da un passato del rock sempre vivo, come le melodie, da
Can't Stop a
Roman Candle e
Firedance, viene fuori più di qualche luce del talento di
Israel Nash.
Riemerge nel linguaggio, nella parola, anche in una sola nota, fischiante (fischiettante) di
Ozarker, mai faticosa,
Pieces a
Going Back.
Che bello ascoltare Ozarker, dove non ci si deve iscrivere a una tendenza, dove si cambia occhio mentale davanti a
Lost in America e
Travel On, dove si viene trascinati via dall’armonica di
Midnight Hour, tirati giù e riportati su dalla povertà e le droghe di
Shadowland.
Ma si naufraga felicemente nel mare di note di Ozarker.
Come diceva un antico filosofo: «Ho navigato felicemente per mare solo quando ho fatto naufragio.»