Il trio
The Record Company riesce ad agire ancora con un istinto animalesco e a catturare, con sorprendente efficacia, gli attimi tra rock, soul e blues nella loro massima intensità.
The 4th Album inizia a muoversi con
Dance on Mondays in un luogo labirintico, multiforme e sfuggente, la voce di Chris Vos (anche chitarra e armonica), con Alex Stiff (basso) e Marc Cazorla (batteria), resta profonda, avvolgente.
Aggiungo Carnale nel suo sporgersi sul limite (della strada, in
Patterns), là dove, arrivati al fondo delle viscere del blues (anche letteralmente con l’armonica in
I Found Heaven (In My Darkest Days)), si intravede qualcosa tra il whiskey e una vecchia canzone da un jukebox, che alle viscere non si riesce a ridurre.
Highway Lady, nel tempo e futuro, una ballata notevole nel come interagisce con il paesaggio che diviene un coprotagonista del suo fascino.
Si tratta di segmenti narrativi in sé compiuti, ricchi di sfumature (
Talk to Me), coinvolgenti ed emozionanti fino al finale tra
I'm Working,
Control My Heart Blues e l’acustica
You Made a Mistake.
The 4th Album si scopre essere un’isola deserta, uno spazio vergine da ridefinire ad ogni ascolto.