Il rock che apre squarci di visione multiple, al di là della melodia, la presenza della band Inglese dei
The Black Apples si misura con pochi elementi, un linguaggio decodificato e ricodificato instancabilmente tra le sferzate elettriche di
Teeth Are Chattering e
Do the Right Thing.
Chitarre, sudore, classic rock, una combinazione sprigionata con disinvoltura (
You Know You're Gonna Do It a
Four Letter Word), a sorreggere
Highball Roller una intenzionale ricerca al passato del rock che imbuca la realtà di cui dovrebbe farsi “documento”.
Nessuna resa (
No More Worries a
Set Me Free), il tempo del rock che deborda di continuo, che sovrabbonda (
Terraplane Blues a
I Don't Know What's Good for Me), regalando a Highball Roller non solo un giorno in più di ascolto, bensì un mese, un anno.
L’acustica bellezza finale di
Time to Get Away apre a Fotogrammi che si vanno a collocare all’interno di spazi da ritenersi “nostri” e personali, i Black Apples esplicitano qualcosa che è già nel Rock, e lo fanno davvero bene.