I Fratelli James e Frank Ford (voce, chitarra e batteria) hanno inciso un EP nel 2017, rodato il songwriting e la band in giro per festival musicali, 6 anni prima di incidere
Lost in the Valley of Hate & Love Vol. I., il tempo è servito ma un Vol. 2, è alquanto necessario.
Storie di una rock band che accantona la stabilità del focolare domestico e segue il colore acceso dal vento Sudista, esemplificato, sottolineato e rilanciato dal folgorante avvio di
Holy Roller e
Sunday Drunk.
Su questi due livelli melodici, che potremmo considerate a tutti gli effetti complementari, concomitanti, i
Them Dirty Roses scrivono in note una dichiarazione d’intenti su ciò che è, o può essere, l’orizzonte produttivo di Valley of Hate & Love.
Non restano fermi per troppo tempo nello stesso sound, si concedono invece una serie di approdi ferrati e chitarristici (
You Can't a
Good Life, e nel cuore di
Black Magic Lady), sfuggendo la prassi del troppo insistere o della permanenza con le ballate, piccola perla
Highway My Home, all’acustica
Hell of a Note.
Lost in the Valley of Hate & Love Vol. I. e quel sovraccarico emotivo che tiene in vita.