Le Stardust Sessions, un antipasto per
Samantha Fish e Jesse Dayton, la storia (le storie) del duo con
Death Wish Blues si evolvono e si sfilano fino ad avvolgere e intrigare l’ascoltatore nella loro apparente durezza.
A bordo di una cadillac,
Deathwish libera rock, blues, ma come si ascolta in
Down in the Mud e
Flooded Love, le influenze sono diverse, lungo il bordo di uno spazio dove luoghi e persone possono mettere in mostra la libera verità che deriva dall’essere vivi (
Riders a
Trauma).
Consideriamoli come territori di un discorso che riesce a tenere la complessità e l’enigmaticità del suo oggetto, rock & blues (
Rippin' and Runnin' a
Dangerous People), con un paio di ballate a ripercorrere una serie di stazioni dei sentimenti incompiute,
Know My Heart e soprattutto quella perla di
No Apology, da cui ripartire con una direzione chiara.
Quella tracciata da Death Wish Blues.