Arriva dall’Indiana, l’uso dello spazio tra country e rock coinvolge una certa visione del tempo di
Time to Shine, e ciò è evidente quando
Luke Powers racconta storie che tra le tribolazioni quotidiane aprono a spiragli inattesi (dal Willie Nelson della
Title Track alla carica di
Thunderstorm).
La chitarra graffia efficacemente
Sittin on a Stump, a costruire un punto di criticità che permetta alle immagini raccontate di spostarsi, ribaltarsi, retrocedere o avanzare nel piacere della melodia, altri spunti azzeccati in
Impending Doom e
Last Song.
E proprio le ballate (notevole sia
Jenny Lee che
Driving On, al fuoco che avviluppa
It Was Beautiful), sono vere e proprie superfici in Time to Shine, per riflettere sulla possibilità di posizionare nel mondo, Luke Powers.