Genuino rock&roots a stelle e strisce, contorni della provincia e accensioni chitarristiche per la Band dell’Illinois dei
Wolf Crick Boys.
Greg ‘Lucky’ Patterson e Patrick Bruce Miller al secondo disco e una poetica del quotidiano incline alla realtà, non può vivere in una dimensione separata da essa, ma deve in qualche modo farla propria e viene spalmata lungo tutto
All Quiet on the Western Front.
Melodia e parole, ‘i fatti’, per i Wolf Crick Boys, contano soprattutto per ciò che essi significano per coloro che li vivono, si accendono di senso, seppur il passo sia riflessivo, poca alla volta, piacevole crescendo in
Southeast, ballate elettriche impattanti (
Slow Down ai tratti nervosi di
It's Hard e
Destroyer).
In fondo la memoria è capace di indossare diversi abiti, sagomando
No Slack e
Just Dust, con affascinanti traiettorie elettriche a setacciare dall’interno gli spazi di
Still Hanging On e delle luccicanti
Reckless e
Lifer.
Si tracciano per gradi in All Quiet on the Western Front e fino alla conclusiva
Slipping Away, permane la filigrana della bozza di un’idea di Musica che dona un’identità precisa ai Wolf Crick Boys.