Simple Things, americana, rock, melodie avvolgenti, il marchio di fabbrica dei texani della
The Band of Heathens.
L’hanno sempre avuto dalla loro parte, cercato e trovato, a volte meno, in Simple Things son baciati dall’aria di casa e Gordy Quist ed Ed Jurdi scavano in un’anima poetica che non è come fuga dalla realtà, ma come strumento per incidere sulla realtà.
Nove dischi, la pandemia aiuta a riflettere, anche a tornare a guardarsi indietro, a focalizzarsi su ciò che li ha contraddistinti e ad ascoltare come scorrono via
Don't Let the Darkness e
Heartless Year, la The Band of Heathens ha ancora quella forza, quella dimensione melodica, in grado di far trascendere le logiche e le fatiche del quotidiano che ci circondano e non ci mollano.
Le timbriche rock di
I Got the Time,
Stormy Weather e
Damaged Goods, portano alla mente i tanti ricordi dei loro vibranti shows visti nel circondario di Austin, anche nella rivisitazioni di colori, profumi e sensazioni legate ai luoghi texani sparsi nelle ballate elettriche (
Long Lost Son a
Single in the Same Summer e
The Good Doctor).
Finisci di ascoltare
All That Remains e ne esci vestito a lutto per la perdita di qualcosa che ci addolora, ma che non deve perdersi per forza.
Il tempo ci sfugge, ma no Simple Things.