RAGGED JUBILEE (Mulholland Overdrive)
Discografia border=Pelle

        

  

  Recensione del  02/05/2023


    

Ethan Burns continua ad assumersi il compito di allungare l’identità dei The Ragged Jubilee nella composizione di temi generatori nel rock.
Anche la scrittura nel loro quinto album (Mulholland Overdrive, registrato in un paio di giorni di sessioni live), segue un iter di elaborazione fissando precisi passaggi, appigli utili al richiamo e alla ricognizione memoriale sul loro florido passato.
Austin I'Anson traccia alla chitarra la linea di una dirompente Placebo, luogo che è allo stesso tempo soggetto e portatore delle stratificazioni del rock, trattandolo nella sua doppia valenza: da una parte come snodo narrativo capace di dare voce e visibilità alla storia di Mulholland Overdrive e dall’altra, a dar vita a un vero e proprio processo creativo.
Un continuo di accensioni febbrili (che spessore tra Love Junkie e New Flame), quei tempi sospesi tra le percussioni (Requiem For Capricorn e Forever Be), quelle atmosfere solidificate nell’escursione chitarristica (Sanguine, My Brother) che costituiscono uno dei pezzi forti dell’armamentario dei The Ragged Jubilee.
I 20 minuti tra Circuit Sun e Like A Knife sono qui percepite come tessere necessarie per la ricomposizione di un mosaico identitario, aprendo un varco spazio-temporale, un gigantesco imbuto di melodia, batteria e chitarre chiuso da Poison Blue.
Luoghi a cui è possibile appartenere in modo solo intermittente: starvi, tornarvi, viverci.