Ethan Burns continua ad assumersi il compito di allungare l’identità dei
The Ragged Jubilee nella composizione di temi generatori nel rock.
Anche la scrittura nel loro quinto album (
Mulholland Overdrive, registrato in un paio di giorni di sessioni live), segue un iter di elaborazione fissando precisi passaggi, appigli utili al richiamo e alla ricognizione memoriale sul loro florido passato.
Austin I'Anson traccia alla chitarra la linea di una dirompente
Placebo, luogo che è allo stesso tempo soggetto e portatore delle stratificazioni del rock, trattandolo nella sua doppia valenza: da una parte come snodo narrativo capace di dare voce e visibilità alla storia di Mulholland Overdrive e dall’altra, a dar vita a un vero e proprio processo creativo.
Un continuo di accensioni febbrili (che spessore tra
Love Junkie e
New Flame), quei tempi sospesi tra le percussioni (
Requiem For Capricorn e
Forever Be), quelle atmosfere solidificate nell’escursione chitarristica (
Sanguine, My Brother) che costituiscono uno dei pezzi forti dell’armamentario dei The Ragged Jubilee.
I 20 minuti tra
Circuit Sun e
Like A Knife sono qui percepite come tessere necessarie per la ricomposizione di un mosaico identitario, aprendo un varco spazio-temporale, un gigantesco imbuto di melodia, batteria e chitarre chiuso da
Poison Blue.
Luoghi a cui è possibile appartenere in modo solo intermittente: starvi, tornarvi, viverci.