La psicoanalisi del ‘dirty blues’ Australiano, lenta, ripetitiva, ammaliante e ipnotica – a differenza delle psicoterapie che vogliono “curare” il sintomo e dunque “farlo tacere” in modo da ripristinare il prima possibile lo status quo della normalità –, il sintomo del blues,
Moody Smith & The Speculators, lo vogliono ‘far parlare’.
My Time Ain’t Long: Quali sono i suoi confini? Dove può permettersi di arrivare? Quali i suoi limiti?
Ascolti
Come See Me e ne segui la scia, Moody Smith (voce cavernosa e chitarra), l’altra chitarra a Ross Aubrey e la batteria a David De Silva, smuovono il ring della vita con riflessioni che diventano una lavatrice della coscienza (
Turn On The Tears a
Going Away), tappe obbligate per morire e rinascere (
Move Out West a
Do You Need A Ride), per spurgare i resti incancreniti dell’amore e ripartire (
My Baby Loves Me The Most).
I Deserve The Blues e
Quitting Time sono un degno tentativo di sovrapporsi al passato del blues, più che di ricostruirlo, e con
Married For 3 Weeks ne prendono possesso per innescarne il potere evocativo.
Ma il tempo di My Time Ain’t Long è un presente alquanto Radioso.