RUNAWAY SOULS (Karma Delivery)
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  Recensione del  23/02/2023


    

Difficile ignorare le costanti della cruda corporalità del rock sprigionato dall’esordio della band del Kentucky.
I Runaway Souls agiscono con un’oggettiva, diffusa, presa di posizione, la voce di David Thomas e le chitarre di Darren Barker e Brian Segal vanno contro vento, e in un modo o nell’altro inchiodano all’ascolto con la sferzante naturalezza di Karma Delivery.
Avvisaglie che arrivano a collidere con la passione del rock ‘n roll dei Runaway Souls, prima di ardere, conosce un percorso (breve o lungo) tra (Just Another) Shakedown ed Exit The King, e il già sentito-usato non si rivivifica di certo in una seconda esposizione, si rianima per merito di un sottinteso dialogo originale col rock (Hi-End Lo-Fi Blues a Shelter With You).
Segni chitarristici pieni fino al limite dell’usura (Can't Slow Down a Roll It All Away), saturi di materia (This Time), altre volte, figure esili, quasi bidimensionali, ricalcate dalla riflessione nelle ballate (She Gave Me), veline sottili di storie, personaggi, memorie del rock nella chiusura di Guaranteed Catastrophe.
Linguaggi del rock molteplici, ogni brano è degno di entrare di diritto in una tracklist con i Runaway Souls a far da Dj.