Caveman si infila in strade minacciose in apparenza, sarà stato il periodo da isolamento da Covid ma è come sempre una questione di umori, di un determinato periodo, ma dove la creatività non manca.
Gurf Morlix inizia una ricognizione nel folk-rock che autorigenera il suo di passato, puntando sulla copertina alquanto esplicativa se aggiungiamo le note sul suo sito, parla ‘dell’essere un troglodita e di come quella scoperta lo abbia indotto a scrivere canzoni con una forte dose di humor’.
La musica è quella che conta, folk e rock si miscelano in considerazioni ‘Gurfiane’,
I Dig Your Crazy Brain,
Make Me Your Monkey e
Caveman, le travalica la ricerca di elementi profondi (
Fork In The Road) che le fanno produttori di senso al confine tex-mex di
Mud Bugs, con la carta Joel Guzman a garanzia del piacere, coinvolgente.
Il passo rock di
Crash All Night (cover di Jim Whitford), di
Where The Lost Are Found e le venature blues di
1959 provocano le giuste sollecitazioni, anche ‘intellettuali’, perché quello che conta è che Gurf Morlix continui a fare musica.
Da indipendente, nelle sua casa, senza sponsor pubblicitari e tutto ciò acquisisce un senso nell'ascolto niente affatto scontato di Caveman.