12 dischi, il blues/rock per il chitarrista dell’Iowa è un continuo sradicamento e necessità del suo opposto, passato e presente mai in conflitto in un power trio mai così ansioso di seppellire un ingombrante passato che sopravvive in forma di scorie in
Blue Moon Rising.
Una formidabile finestra sul nuovo che avanza, un carotaggio nella materia che ribolle sotto la superficie del rock e del blues, divampa dalla ficcante armonia di
Back in the Day, Bryce Janey ci tiene a ribadire a gran voce la sua predilizione per la realtà, anche se questa è sporca, la chitarra sa come ripulirla.
Egregi lavori alle corde,
Future Blues, ballate splendide,
It's Not Too Late to Say Goodbye, blues senza fronzoli, base di 4 minuti a brano perché nelle formule vincenti delle canzoni di Blue Moon Rising c’è sempre la voglia di raccontare qualche cosa, e di suonare.. i 6 minuti di
Pain in My Heart, alla melodia di
Breaking Away e
Misunderstood.
Blue Moon Rising, come la stessa
Title Track, è pregno di forme fluttuanti della libera fantasia del blues/rock e che diviene fluida, luce, colore, fiamma, e finisce in una meravigliosa spirale di fuoco chitarristico che eleva Blue Moon Rising verso l’infinito.
Un rito irrinunciabile ascoltarlo, un po’ come lo era andare al cinema: posteggiavi la macchina, andavi nella sala, ti sedevi, avevi il desiderio che quelle luci si spegnessero e avevi in quel monolite bianco un immaginario.
Bryce Janey quell’immaginario, continua a restituirlo in MUSICA.