BABAUX AND THE PEACEMAKERS (Lucky 13)
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  Recensione del  01/09/2022


    

Lucky 13, un numero che riecheggia nel passato del singer-songwriter Cristian Basso, aka Babaux, la scrittura stavolta diventa personale e con una band verace, tra rock e sentimenti roots si divincola tra le saggie direttive chitarristiche di Eric Martinez a denotare l’attenzione verso lo “spazio” di una provincia americana e il suo utilizzo significante in Lucky 13.
Dall’incisiva Wide Open Horizon la band del Colorado di Babaux & the Peacemakers, al disco d’esordio, ripercorre percorsi autobiografici di un’infanzia trascorsa nella Virginia delle Blue Ridge Mountains, dove una madre lavorava come music promoter.
Sanno come muoversi nella melodia (Early Grave a I've Been There Too), su come si costruisce la memoria, come si disperde e quale risonanza in questi costanti movimenti di flusso e riflusso elettrico trovano appigli in ciascuno di noi.
Ballate dolenti e sentimentali che nella loro semplicità e pulizia di tocco melodica, lasciano solchi profondi nel piacere (Save Me from Myself a Test Of Time alle accelerazioni di Without The Medicine alla conclusiva Let The Rains Fall).
Nel suo andamento mai diseguale quei movimenti nell'elettrico fortemente simbolici, hanno gli occhi velati di quel sentimento del rock puramente a stelle e strisce.