Col duo inglese dei Dois Padres (Danny Young chitarra, voce e basso, George Cowan batteria), si entra nel blues e nel classic rock come su una cartina geografica attorcigliata che pian piano si apre, con nuove parti, allegati che aprono sorprese (la tosta apertura di
How You Gonna ai ripetitivi e ammalianti riverberi dal delta mississippi di
Burnin' Rubber).
Comin’ In Hot è un disco preciso, senza sbavature, incasellato in un suono chitarristico lucente come l’ingranaggio di un orologio meccanico: il passo doppio di
Tin Can Phone, la melodia vincente di
Someday,
Less Like Me, nelle ballate
Good Goddamn e quei 6 minuti finali di
It Don't Gotta.
Il rock non si limita a testimoniare tale vivacità, ma la rincorre in
Songbird, nel ritmo irrefrenabile di
Movin' on out, i
Dois Padres testimoniano in prima persona di come ci si può nutrire di musica e continuare a nutrirsene come fosse ossigeno.