Tutto è allo stesso modo? Ma no, il blues non perde la sua strada o almeno la si percorre con maggiore sicurezza in
The Gumbo Sessions, avanzano nelle certezze, come i suoi uomini, i
Two Timer.
La band polacca dimostrando un raro senso delle distanze e dello spazio tra blues e rock, ha la capacità di dare respiro con armonica e sezione fiati,
Leo And Ellie e
Clayton McDonald For piacciono per come accerchiano l’ascoltatore, lo stringono come per metterlo in sicurezza ma senza bloccarlo, come un abbraccio che lascia lo spazio per avvertire il mancamento ma sta pronto lì, a rassicurare, senza consolazione nella ballata di
A Song For Daughters.
Country Like Clint e in coda a
God Is A Woman, si scivola verso un linguaggio che si confonde e si contorce, si annebbia e si schiarisce senza mai essere davvero né in uno stato né nell’altro, il blues e il rock sono come il bianco e nero e il colore, si alternano e si confondono.
Crisis Of Faith e
Ignorance, allegro non troppo, con accelerazioni adrenaliniche al cuore della melodia in
A Letter To A Friend, alle scelte di
Stones e
Slow Glow, verso una profonda ossessione febbrile e con la giusta misura chitarristica, generatrice di vertigine e squilibrio, in cui si accetta di perdersi.
Le Gumbo Sessions, “connesse” al quotidiano, liberano percezioni e movimento del rock, capaci di arenarsi nel blues e generando uno spazio che chi deciderà di viverlo, troverà appagante.
Senza ombra di dubbio.