ROBIN TROWER (No More Worlds to Conquer)
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  Recensione del  07/06/2022


    

Il ‘maestro’ Robin Trower non ha limiti, la creatività alla Stratocaster continua e Ball of Fire ne è la prova.
No More Worlds To Conquer (Title track compresa) passa da atmosfere plumbee e cupe parlando di Alessandro il Grande (la storia non è mai soffocante come il ritmo di Losing You e le tematiche forti di Cloud Across the Sun), ma allo stesso modo quel senso di grigiore da nuvole minacciose viene sostituito dall’azzurro del cielo, come l’oro dei campi illuminati dal sole la chitarra solca Birdsong e Waiting for the Rain to Fall.
76 anni e non sentirli, mettendo in primo piano l’intimismo, le interiorità e i sentimenti in schemi melodici di cui si nutrono Wither on the Vine e Fire to Ashes, in una posizione apparentemente più subordinata alla politica in The Razor's Edge dove il rock e il blues hanno il fine di farla emergere con maggiore forza e originalità.
La bellezza emanata da I Will Always be Your Shelter lavora sui sensi, sulla mente sperando di farla emigrare altrove, per il momento verso qualcosa di indefinito, ma poi, domani, chissà.