GARRETT HEATH (The Losing End)
Discografia border=parole del Pelle

        

  Recensione del  29/04/2022
    

La ballata amara di West Front St. apre The Losing End, i desideri di non essere felici esistono, ci si aspetta solo di diventarlo.
Ma se la felicità non arriva per niente, la speranza si protrae e il fascino dell’illusione dura tanto quanto la passione che lo genera.
1700, Le cose che verranno di Jean-Jacques Rousseau, siamo ancora lì, il tempo è lo stesso, amerebbe quello dell’armonica che accompagna Live for the Moment e In Tall Buildings.
Garrett Heath canta del mondo rurale americano sparpagliato su diverse decadi, ma lo si potrebbe spalmare sui secoli, il passo folk-rock convince di continuo (The Losing End a Same Old Story) lo reinventa torcendo proprio quella “linearità del destino” in cui spesso preferiamo trovare rifugio.
L’armonica traccia il tempo di Darker Still in modo tale che il presente appare contemporaneamente il presente del passato e il presente del futuro: presente, passato e futuro non sono separabili, concrescono l’uno nell’altro.
Alla guida della Camaro, di ritorno da lavoro, melodia semplice, a cui non si può rinunciare, fatta di coordinate essenziali quelle di Garrett Heath, e tuttavia, proprio come la vita, spesso pervase di tristezza, disillusione trovano un riscatto, a bordo di una macchina o nella conclusiva Vanity.
L’armonica a pilotare un passo struggente, a tracciare un futuro che per Garrett Heath è pieno di luce.