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L’occhio rivolto all’universo immortale del rock anni ’70, il Sestetto di Liverpool
The Heavy North tende al passato solo per attribuirgli un ruolo concreto e nuovo nella contemporaneità di
Electric Soul Machine.
La voce di Kenny Stuart tra le chitarre di Jack Birch e Jose Ibanez costruisce un dialogo serrato tra interiore ed esteriore nel dirompente garage/blues rock di
Darkness In Your Eyes e tentando attraverso il reale del quotidiano di mostrarne il visibile e il non visibile.
Non dandosi il tempo di indugiare nei meandri di un dolore a cui fa da controaltare la bellezza di
She Gets Me Higher, gli Heavy North tracciano un percorso, ma la distanza tra questi due poli non è un deserto invalicabile, lo spazio chitarristico l’annulla fino a diventare abbraccio e scambio.
Awake,
Satisfy You e l’armonica di
To The Wind I Go, si trovano nel cuore dell’esperienza del tempo e dello spazio di Electric Soul Machine e perciò abitano propriamente un mondo.
Non stanno lì, nella loro coscienza cartesiana, ma piuttosto là, nel sorgere del rock & blues.
Ascoltando quei fiati R&B che vanno e vengono in Electric Soul Machine come negli ultimi fuochi di
Down On You fino a quella malinconica ballata finale di
As Long As You're Here With Me, appare chiara l’idea che bisogna accettare il destino e che, come diceva Renoir, bisogna lasciarsi trasportare dal fiume come un tappo.
Solo in questo modo si può trovare la propria libertà.
Gli Heavy North l’hanno trovata al disco d’esordio scalando una montagna per ritrovarsene in cima, in piedi, con lo sguardo verso l’orizzonte.