Per
Albert Castiglia il blues e il rock sono specchi di un amore che è prima di tutto esigenza, necessità, terapia, e lo sa bene anche Mike Zito che suona e produce I Got Love.
Disco che da subito sfogo ai propri desideri e non si viaggia di certo entro binari prestabiliti ascoltando la trascinante
I Got Love, la chitarra lavora su tempi giusti (essenziale per quanto sfavillante al piacere in
Don't Pray with the Devil e
Burning Bridges).
Il suono di Albert Castiglia è continuamente in trasformazione e in movimento, esige che le sue coordinate stilistiche siano altrettanto mobili, cangianti e sempre pronte a riscrivere da capo anche i concetti – se ancora esistono – dell’autorialità blues (
Sanctuary a
Long Haul Daddy).
I Got Love si concentra su tale ellisse, sui passaggi alla chitarra che sono parte della vita e del mondo reale di
I Got Love (altro gran lavoro in
What's Wrong with You), è dovuta all’intenzione di costruire veri e propri spazi concettuali che producono un senso e un certo tipo di percezione in chi ascolta (quella
Freedomland o come evita di ribaltare l’indole funky di
Depression Blues, l’unica cover di Melvin Taylor, tirandone fuori il proprio talento).
Nei 6 minuti di
Take my Name Out of your Mouth c’e una sorprendente purezza nel movimento alle corde della chitarra in rapporto con lo spazio del blues, Albert Castiglia è partecipe dei mondi blues e rock che rappresenta.
Li conosce e ce li fa amare.