RAY WYLIE HUBBARD (Co-Starring Too)
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  Recensione del  26/03/2022


    

75 anni per il texas songwriter Ray Wylie Hubbard, nella pandemia l’annuncio del matrimonio con la famosa etichetta di Nashville, Big Machine Records e a parte le circostanze, nell’aria c’era anche il secondo capitolo di Co-Starring.
Dischi non troppo ravvicinati, nessun pericolo di rubarsi ossigeno e viveri alla loro evoluzione, una lista di ospiti illustri nutre a sufficienza anche Co-Starring Too e l’impatto dalla ballata con Willie Nelson (Stone Blind Horses), mostra come Ray Wylie Hubbard, ancora una volta, sia un eccellente architetto della tradizione Texana.
Sublima le sue linee melodiche e ci conduce in una casa calda e accogliente perché abitata da un passato che torna carico di emozioni tra la torrida parlantina elettrica di Groove e la chitarristica Only a Fool coi The Bluebonnets.
Le chitarre non ne modificano il valore e l’identità, la realtà rock&roots di Steve Earle porta con sé una dimensione visibile nella debordante carica di Hellbent for Leather, in grado di abitare il quadro di Co-Starring Too anche da sola, in connessione con elementi autoriali molto concreti.
Il rock potente che sprigiona Naturally Wild è come pochi altri recettivo agli stimoli più disparati, capace di compenetrare punti di vista apparentemente inconciliabili (insieme a Lzzy Hale e John 5), facendoci arrivare a dubitare delle certezze più consolidate, ma i tempi distesi e il respiro profondo del pensiero e dell’immaginazione creativa di Fancy Boys, trova il modo di “bruciare” tra Hayes Carll, James McMurtry e Dalton Domino, percezione e sentimento di una piacere che non si arresta.
La spinta a mille di Texas Wild Side piace per come sa guardare il mondo intorno a sé, l’immaginario (che il Texas produce) che si mischia con il reale (che tocca subire), i rapporti chitarristici coi The Last Bandoleros concreti e onnipresenti, innescati anche da il trio di artisti Wade Bowen, Randy Rogers, Cody Canada in una deliziosa Even If My Wheels Fall Off.
Come i pericoli di un altrove che invece di respingere attrae, di una zona esterna in cui, dopotutto, da forsennati, vale la pena di abitare, Co-Starring Too non smette di affascinare.
Pretty Reckless e Ride or Die sono sporche come frammenti di pellicola in 35mm, 16mm e super8 sotterrati nella terra al confine tra blues e rock del giardino di Ray Wylie Hubbard, per ottenere un effetto “sporco” fatto di abrasioni e di colori sovraimpressi della chitarra.
Gli ultimi vibranti bagliori di Desperate Man con la The Band of Heathens mostrano come lo scorrere del tempo di Co-Starring Too vada trattenuto e fermato in singoli momenti per rendere la vita degna di essere emotivamente vissuta.