Shawn James sovraespone con naturale scioltezza un approccio melodico che nel corso della sua carriera lo ha portato ad attraversare stili diversi, e dall’acustico ultimo disco si passa alle virate rock di
A Place In The Unknown.
Il lavoro di Eleonora Pulcini, la cover, quel tornado disegnato, è espressione delle combinazioni aspre e elettriche che collidono nel rock (
No Blood From A Stone a
Lead The Way), i punti di contatto tra songwriting e melodia si saldano in modo completo nella bellezza sprigionata da
Not Alone, lasciando cicatrici di cui a volte si va in cerca quando vien voglia di proiettare la testa in alto, verso il riquadro azzurro di libertà.
A Place In The Unknown funziona, non delude mai per davvero, convince fino in fondo e riesce a far deflagrare tutta la potenza insita nelle storie raccontate da Shawn James (
The Stones Cried Out a
Sodom & Gomorrah e
The Devil's Daughters).
Cerca una forma, una durata, una distanza, una presenza nel rock, A Place In The Unknown sa registrarne gli stati diversi, i tragitti, le metamorfosi (
No One Knows al celebre rimpasto di
War, agli 8 minuti di
Attached).
Comunicare senza passare per il linguaggio appreso, la nascita di un incontro, questo è A Place In The Unknown.