Welcome to the Land, spirito magmatico, non riesce a contenere la rabbia che lo agita nello sfavillante avvio di
Who’s Gonna Ride, pronta a ribaltare il periodo da pandemia con George Floyd e il movimento Black Lives Matter, perché la vita reale mostra che situazioni simili possono accadere a tutti.
I
Memphissippi Sounds (duo composto dall’armonicista Damion “Yella P” Pearson e il batterista Cameron Kimbrough, ed entrambi cantano e suonano la chitarra, uno da Memphis e l’altro dal North Mississippi) ci conducono in un viaggio nell’Hill country Mississippi delta blues e non c’è solo politica.
Spazio ai sentimenti, le donne e il blues si intrecciano,
Groove with Me divarica questi elementi in maniera radicale, se da una parte ci sono urla come dimensione umana contro la propria finitezza, come testarde determinazioni della libertà di agire contro l’avversione della realtà, al di là dei limiti posti e imposti dalla vita, dall’altra riflessioni ad organizzare il tempo di
I'm Mad, che non è un pieno ma un vuoto, e che se non viene tenuto a bada rischia, come un magnete, di risucchiare tutto.
I Memphissippi Sounds cambiano dimensione al blues in
You Got the Juice che si espone, ma ha un fattore determinante nell’armonica a spazzare via ogni muffa, lo spazio e il tempo del blues tra
Crossroads,
Look Out for the Wolf e
Go Downtown si inseguono e si susseguono, ma c’è sempre uno scivolamento che rompe la dannazione del cerchio: nulla si ripete sempre uguale o quasi (davanti al fascino ripetitivo di
High & Low non si scappa), ogni melodia provoca una reazione, stimola una deliziosa ripartenza in
Saturday Morning.
Welcome to the Land impegna e fa selezione, non stanca per il suo rigore totale, per le sue scelte radicali, e alla fine, attraversato e digerito, ripaga lo sforzo e dispiega il suo valore.