Colin James, una ventina di dischi e una proficua relazione con il blues.
Open Road è un disco dai colori accesi (.. dalle chitarre di
As the Crow Flies) e dagli accostamenti cromatici intensi e discordanti (i fiati in
Can't You See What You're Doing To Me) che acquisiscono forza e vivacità grazie a una scrittura brillante posta al servizio di melodie che sguazzano nelle tradizioni del Blues (
That's Why I'm Crying) con cover da Bob Dylan a Tony Joe White e Albert King.
Open Road racchiude performance alla chitarra (
Change It a
It Takes Time e
There's a Fire) che indagano lo spasmo che è sotteso alle parabole del blues e ne racchiude per intero la tensione ideale, la torbida pulsione vitale (
Raging River,
Bad Boy a
It Takes a Lot to Laugh e
It Takes a Train to Cry), la scansione esistenziale (
Leave This House).
Sono atti che hanno nella fisicità la loro dimensione immediata e Open Road trae linfa dalla sua interazione con il contesto, vive interamente nel suo mondo, dove la poesia del rock è un mezzo espressivo nell’ultima fiammata di
Down on the Bottom, cinghia di trasmissione della vita se aggiungiamo il fascino di
I Love You More Than Words Can Say.
Colin James suggerisce nuove ‘varianti’ a quelle a cui siamo, ahimè, abituati a temere da mesi, tornando a rispolverare del sano Blues.