Boogie Beasts, ovvero energia, mississippi delta blues, armonica e una ‘new entry’ alla chitarra, Patrick Louis, a cambiare carte su una tavola ben apparecchiata coi 2 album precedenti.
Per il gruppo belga è vitale una ricerca di esterno, ossia di spazi nuovi (
Bring it on), stanno a cuore a Jan Jaspers (voce e chitarra) e cozzano, grazie ad una geografia solitaria dell’armonica di Fabian Bennardo (vitale in
I Don't Care,
Mine All Mine e
Get Away).
Un sound moderno, urbano (
In Your Hands), che nelle sue nudità sembra il prolungamento visibile della loro esplorazione melodica (
Favorite Scene,
Like a Snake a
Get Away).
Love Me Some si presenta come luogo di incontro, approfondimento, come ritrovamento di fermenti blues, elevati all'ennesima potenza di un fascino che sale più che mai in
Run You Down,
Howl e
A Girl Like You, secondo un percorso geografico di andata e ritorno che, molto concretamente, trasforma Love Me Some nell'esperienza stessa di quell'instabilità trovata alla foce del delta blues, di quella presenza delle certezze acquisite di cui ci narrano senza peli sulla lingua.
C'è una ricerca sul paesaggio del blues come pagina di storia e la Boogie Beasts, cresce.
Sì, Cresce.