Rock, Americana e spruzzate bluesy, Bad Way Again si appropria immediatamente dell'attenzione con quella sua deliziosa “riflessione alcolica”, si mettono a nudo le contraddizioni e i vizi, ma Shelby Lore (voce e chitarra) li ama profondamente.
E lo amerete questo trio mentre setaccia un percorso battuto dal passato, ma chissà perché non se ne avverte il tempo che fu nella splendida Take it away, per come si inoltra su cadenze e armonie vocali anni ’70, per quel lento impatto chitarristico, per il tempo riflessivo, eppure sincero, per come le tensioni del cuore la mettono alle corde.
Great Unknown vive di questi momenti che si ripetono (ascoltare l’accoppiata pregevole di Blankly Staring e Bottom of Love) è quindi molto facile non farselo sfuggire, non c’è bisogno di trovare un supporto “pesante” a cui appigliarlo.
Parlando di sentimenti e tempi difficili (gli oppiacei, figli e il Kentucky dal punto di vista di una madre in Miss Jones) e intense virate rock (What I almost Said, Great Unknown e l’ottima chiusura di Other Side), Shelby Lore suggerisce una di quelle escursioni in territorio americano dove l'assunto melodico non vacilla mai.
E arrivano sorprese.