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Cultura, politica e filosofia hippie spingono sul blues/rock dei tedeschi
Betty Hartmann & The Kozmic Experience.
Le melodie hanno forte impronte negli anni ‘60/’70, la jam chitarristica sbuca di continuo, parte con gli accattivanti e passionali 8 minuti di
Prayer of Mother Earth, il messaggio ecologista di Crime Scene Earth divampa con la voce di Betty Hartmann come un grintoso avvertimento musicale, e i pensieri e le preoccupazioni sulla Madre Terra crescono.
Crime Scene Earth si muove entro gli spazi stretti di una politica mondiale assente, quasi ostile, le chitarre seguono le traiettorie spaziali in
Gone, traiettorie mentali, traiettorie del cuore nell’incantevole
Land of The Working Poor, il blues carica umori del sud Americano, l’armonica sprizza vita come da una giornata prima piovosa, poi serena.
Il ritratto del circolo vizioso di Crime Scene Earth č lineare durante tutto il suo svolgersi (da
Dust´n Bones a
Beam Me Up e la granitica
To Those Who Do Not Care), muscolare, selvaggio, una scossa dopo l’altra, con le giuste pause,
Listen to Your Heart alla conclusiva
Hurray, The End is in Sight! E quei cambi di ritmo, vanno oltre il “semplice” piacere di ascoltare Musica.
Č il blues/rock di Betty Hartmann & The Kozmic Experience che si fa “piacere” allo stato puro.