Brani registrati prima del 2019, poi uno stop forzato per problemi mai chiariti nella band dei
Bishop Gunn, aggiungiamo la pandemia e il resto è storia recente.
Gypsy Cadillac segue il debutto del 2018, Natchez, e una improvvisa salita nell’olimpo delle rock n’ roll bands con aperture dei concerti dei Blackberry Smoke ai Guns n’ Roses.
Dal Mississippi si portavano dietro timbre rock classiche (anche per i vocalizzi di Travis McCready, ascoltarlo al piano e nelle diverse tappe di
Mother Music), poi i problemi, defezioni, abbandoni, il covid, questioni legali sulla pubblicazione dell’album fino al benedetto via libera digitale e qualche copia in vinile.
Le impronte rock sono decisamente in palla,
What It Do,
Keep It In The Red a
On My Way e
Unchained, le chitarre di Drew Smithers e Travis McCready fanno di tutto per scombussolarci il corpo, certo dipende dal nostro stato d'animo di ascoltatore, più o meno distratti (o concentrati) dalle nostre vite, dai nostri problemi, dalle nostre ansie, gioie, preoccupazioni, ma Gypsy Cadillac scorre con una tale semplicità..
Disegna una sorta di villaggio globale del rock ‘n roll che va a realizzarsi davanti a noi:
Mama Told Me,
Black Train a
Sadder Days fino quell’aria anni ‘60 così piacevole di
Ain't It A Shame.
Piace il rock che ci spinge (non costringe!) a pensare (magari ad altro, non importa) oppure quello che per 45 minuti ci scaraventa in altri mondi, altri universi.
Peccato che non ci sia un futuro per i Bishop Gunn.