I
Ducain si muovono nella tradizione del Southern rock americano, suono grintoso, le chitarre non lo lasciano mai nell'indefinito, le coordinate effettive si stagliano decise da
Drops alla raggiante
Pocket Bullet Deputy.
Jeremy Sargent scrive, canta e suona una passione amorosa col rock come forza traente e mai autodistruttiva, la possibile coniugazione fra presente e passato (quasi si trattasse di un unico tempo ad ascoltare
Not the Drinkin' Kind), il sovraffollarsi indistricabile di ricordi, amore, famiglia, relazioni, trovano il modo di liberarsi negli accattivanti 6 minuti di
I'm Right Here, sono come ritagli di giornale, flash nella memoria, nonché improvvisi sussulti di vita del rock, nulla di nostalgico nel riportare in auge il passato, riprodurlo come presente.
La memoria non lo condanna a essere passato,
Killer è tosta e sporca come lo può essere la politica, e si sa che non è, di per sé, una cosa sporca, sporchi sono certi modi di far politica, e da quello non se ne esce a prescindere del tempo, quel che conta è riconoscere il mondo dei Ducain, almeno non cominceremo a girare in tondo intorno al niente, dalla West Virginia arrivano a costruirci sopra qualcosa (deliziosa
Mountain Mama come la cover di
Hurricane, sempre bella ascoltarla).
Rock a scemare Ducain nel rigore della messinscena di
Thick as Thieves,
Word to the Wise e
Tempt Me, non ne denunciano l'assenza fino al solo chitarristico di
Tenacious Soul per non far dimenticare la materia su cui si esercitano i Ducain.