Telecaster, country, aria sudista e rock,
Rob Leines è al secondo disco, nativo della Georgia ha trascorso anni tra compagnie e industrie legate al petrolio, la parte meccanica e dura del lavoro, in Blood Sweat and Beers racconta la vita di un ‘working man’ che trascorre parte del suo tempo sulla strada in direzione del Sud americano.
Come annuncia
Bailin' Hay, le chitarre e il ritmo imposto da Rob Leines (con una pregevole armonica finale) viaggiano a una velocità da ritiro patente, d’altronde nel 2019 è stato l’apripista al tour dei texani Whiskey Myers, insomma il roboante appeal che sale da
Saturday Night e tra la brezza calda di
Southern Breeze è un segnale a mostrare la direzione in cui transita Blood Sweat and Beers.
Ma Rob Leines è capace di cambiare corsia di scorrimento, e l'onestà sta nel dichiararlo in ballate dal retrogusto roots, splendide come
Patty Lynn o nella introspettiva
Hold On, liberano un talento cristallino dove non si avverte i disagi che provengono dall'impossibilità di effettuare il cambio.
Figure di realismo bucolico espresso in
Good Time e
Drinkin' Problem con honky tonks selvaggi tipo
Rock 'n' Roll Honky Tonk Life, a sincerare che
Blood Sweat and Beers non è come quelle città che sembrano offrirti duemila locali, ragazze, compagnia, e in realtà non ti danno niente ...
Tuona nel finale,
Curse The Sun usando come catalizzatore uno spazio dalle tante dimensioni, come quelle di Blood Sweat and Beers.