Il passato musicale di
Brian Dolzani è come una galassia in rotazione, lì un Folksinger totalmente indipendente si muove nell’americana, ama vagabondare lungo le strade del Sud Americano, dal New England a Nashville fino in Texas.
I suoi dischi sono pregni di esperienze di vita, di luoghi e persone, sono linee che dimostrano in pieno il loro carattere non definitivo anche nel caso di
We Are Magic.
Come incamminarsi a piedi, senza fretta, fermarsi, guardare e raccontare ciò che si è visto a chi abbia voglia di rallentare la corsa a sua volta, per ascoltare e capire che la stoffa da songwriter è di ottima qualità come le melodie.
Da
Be My Tonight andando sulla realtà in scivolata su una base elettrica convincente, la stessa
We Are Magic,
Valley Town e
Sun Shine Again, lo stile di Brian Dolzani contribuisce a creare una sospensione su un vuoto già pieno, per così dire, di qualcos'altro, cioè di scampoli di un tempo altro, dove liberare idee e musica con la base elettrica che resta prelibata in
What Would You Do for Love? e
Back Home.
We Are Magic è come un contenitore dai bordi sfrangiati nella disamina di
What Kind of World Is It?, Brian Dolzani accoglie e amalgama segni di provenienza diversa, lavora contemporaneamente sulla materia viva dei corpi e riscrivendoli con ballate (la sopraffina bellezza di
Melancholy Waves) che aprono un gioco ininterrotto di rilanci e rimandi, di risposte e interrogazioni, che partono dal corpo e sempre al corpo ritornano.
Puntando sul sapore quasi tangibile della libertà, l’aria esplode e percorre le strade di We Are Magic e contagia tutti in
Valley Town, dove i sentimenti e la loro esistenza tra
Need a Lotta Love e
Learn to Love sono come piccole idee che nel loro piccolo hanno il loro peso, non le nasconde Brian Dolzani e anzi ne fa materia di riflessione fino alla conclusiva
Home to You, portandole alla luce del testo.
Quando ci si ritrova davanti a bei dischi, questi si allargano, piano piano, a dismisura nel tempo.
Concedetelo a We Are Magic.