Un album alle spalle in duo con l’armonicista Guido Brasse del 2017, dopo due anni la scelta solista, un buon riscontro nella sua terra natia, l’Olanda, al Dutch Blues Challenge che lo porta a Memphis al round internazionale con un piazzamento in semifinale.
Nel 2020 prova qualcosa di differente, altri musicisti come spalla e registra
Dangerous Mood, roots music e il blues che lascia fluire nel cuore del delta mississippi nell’avvio di
Dangerous Mood a
O' Death.
Lato acustico/elettrico, dalla lap steel di Angelo Bombrini nella ballate di
Fools Parade,
Trouble e
Running, catturano come il sinuoso fascino stridente di
Like a Wolf, mentre si incammina attraverso una foresta dopo la morte del suo cane e resta quel senso di vuoto che ci costringe a vivere, e alla fine di Dangerous Mood ce lo sentiamo ancora addosso.
Brani a cappella con dedica alla sua Heerlen in
My Town, si lascia accompagnare dalla voce di Maud Knubben in
Going Home e
I'm the Devil,
Robbert Duijf confeziona un disco che ti attraversa dentro, e ti fa approcciare la realtà con sguardo diverso.
Bello quando la musica riesce a dare queste emozioni, non credete?