Al secondo volume
Sturgill Simpson riprende in gran parte il controverso
A Sailor’s Guide To Earth del 2016 e lo incalana nel vortice del bluegrass.
La voce lo aiuta, il modo in cui erige la ballata di
Brace for Impact (Live a Little) mostra come sia in grado di divenire in
Cuttin’ Grass Vol.2 una sorta di tramite semantico, prima ancora dell’impatto melodico in
Oh Sarah.
Le immagini bucoliche restano aperte alla ballata, al tempo stesso piene e vuote, da
Sea Stories a
Jesus Boogie, al ricordo del nonno in
Hero, in modo originale nel delizioso doppio passo di
Welcome to Earth (Pollywog).
Sturgill Simpson ci trascina in un vero e proprio orizzonte simbolico, e ciò che sta accadendo in questo orizzonte è una piccola grande conferma.
Il fascino di
Keep It Between the Lines si propaga per onde, ascolti
You Can Have the Crown e non cerchi Nient'altro, come nei film western quando l'ingresso di John Wayne in un qualsiasi saloon basta a se stesso. Non va spiegato.
Il country tranquillamente ne sfoca l'immagine per passare ad altro, ritornando a fuoco lentamente con 2 brani mai registrati, ovvero
Tennessee, altra preziosa ballata che anticipa la perla conclusiva di
Hobo Cartoon, scritta con Merle Haggard, prima della sua morte.
Da sola ha la capacità di trasformare l'opaco quotidiano colorato dalle Varianti epidemiologiche.