Josh Baird detta i tempi country&rock d(e)i
Wonderly Road.
Passato da batterista, con l’appoggio del fratello si tuffa nella country music pulsante e danzerina: si adatta facilmente, è elastica, dinamica, avvolgente.
Little Bit of Luck e
Knock Knockin sono pura goduria, si spostano in un sistema stellare che permette a ciascuno di noi di ricostruire nella memoria le proprie personali costellazioni intorno al rock(abilly) patinato dal country.
Con un brano come
Listening Ears è facile dare un calcio alla noia di una vita sempre uguale, specie in questi periodi.. e dalla quale non c'è via di scampo, come ai DPCM, appunto.
Contro la ripetizione all'infinito di una serie di gesti sempre identici, a spronare basta la bellezza contagiosa di
Papa's Not so Well e i problemi si sfaldano piacevolmente, quella spinta elettrica sullo sfondo facilita l’approccio a Wonderly Road che con quel retrogusto datato (anche in
She's All I Got) e proprio per questo, forse, si allinea a quegli Ufo che tutt'al più lambiscono il nostro HiFi, per niente sicuri di farcela ed invece..
Se aggiungiamo quel lato nostalgico nel finale di
Running out of Hope e
Hearts Got the Shakes entriamo in piena autorialità, intesa come capacità di dar corpo melodico a un talento dilagante, questo di Wonderly Road.