Il tocco energico dei
Tennessee Champagne si avverte in fretta, american rock music di stampo classico, dove i sentori sudisti si presentano forti e basilari in
Wicked.
Acciuffano l’attenzione e non la mollano, tendono a ripetersi lasciando una scia di piacere che tende a estendersi all'infinito, tra gesti e battute sicure alle chitarre (
Thunder in the Mountains e
Mountains in My Bones), una necessità primaria mostrata allo stato grezzo in ambienti spesso ritornanti e popolati da corpi melodici altrettanto spesso ritornanti, la convincente ballata di
Can’t Get over You.
Ma anche quando la natura di fondo è malinconica, i colori del solo chitarristico si stemperano nelle emozioni e le riecheggiano nello stile di
Stompin’ Grounds e
Selfish Ways.
Carattere ce n’è in questo esordio dei Tennessee Champagne.
Corn from a Jar li mostra in uno stato di grazia, di quelli che tendono a ripresentarsi identici in
Shake It e con sorprese altamente contagiose nella torbida bellezza di
Silver Tongue, quindi non resta che goderne appieno, volume alto mi raccomando.
Tennessee Champagne, una via utile ad abbattere una quotidianità elementare e riconoscibile.