Il Covid 19 cambia i programmi degli
Endless Boogie.
Tutto si svolge nel tempo perso di un nuovo disco in sospeso, l'attenzione si sofferma sulle sospensioni, sulle attese cariche di tensioni inquiete delle chitarre, libere, senza schemi fissi e lasciate fluire nel corso delle passati decadi.
La band di New York entra nel classic rock spigoloso e psichedelico anni ’60 e ’70 con 17 brani mai apparsi prima o solo in limitate edizioni, per 3 ore di puro delirio di chitarre.
Dai 9 minuti irrequieti, convulsi, prepotenti di
Life and Legend gli Endless Boogie non si curano affatto di uscire dalle loro geometrie variabili nel rock, quella dose di strumentali (
Surplus to Requirements,
Hadrian's Fall ai 23 minuti di
Ruin Art) affiancano disamine di un quadro umano vivo come la jam e altri 9 minuti di
Cretan Miniatures, palpita di momenti in cui emozioni, pensieri e riflessioni si sovrappongono negli anfratti torbidi di
The Gathered and Scattered.
Il punk aleggia su
Basement Jam Ritual V, di quelli che non lasciano scampo, si insinua fino al delirio nella memoria del rock, come un ventaglio di colori eccitati e pungenti, la jam alla chitarra è insomma ricondotta entro un alveo storico.
Un filtro memoriale tra le dita di Jesper Eklow e Paul Major che nel mentre di
Red Cloaks,
Stained Shields e dei 18 minuti di
Rattlesnake Shake, rinarra giorni da non dimenticare, ma quella costruzione tutta giocata su rimandi interni alle corde delle chitarre, su una ritualità di simmetrie negli altri 22 minuti di
Basement Jam Ritual I, non è pura rappresentazione-contemplazione del rock, bensì fluire dinamico, ancorché seriale, di enunciati: è comunque un racconto.
Gli Endless Boogie spostano l'attenzione dell'ascoltatore dalla percezione sensoriale, dalla superficie sensuale verso la metafisica e la meditazione: elemento dominante è la ripetizione, attraverso la quale traspare ogni minimo cambiamento nella ridondanza del rock.
Scompaiono la segmentazione e la funzione temporale; inizio, fine, sviluppo o altre funzioni legate alla temporalità diventano indistinguibili all'interno di The Gathered and Scattered escludendo qualunque gerarchia sonora temporale.
Un viaggio allucinatorio, di quelli impossibile da aggirare.
Anzi, essere costretti nei suoi lacci melodici stimola la fantasia, offrendo la valvola di sfogo nella metafora di un lungo gioco di sguardi sempre più percettivo, chiedono tempo a un ascoltatore (spettatore che fu) desiderante di Rock!