Steve Seasick produce e scrive Love & Peace alla vecchia maniera, lo mixa su 2 nastri (altro che computer), è come affondare nel passato sapendo di leggere il futuro.
All’11cesimo album guarda ancora al blues del profondo Delta Mississippi, sul quale posare lo sguardo, mai affannoso, della cigar box e col chitarrista Luther Dickinson (
North Mississippi AllStars) si tende verso riffs nervosi, con qualche azzeccato silenzio per poi riprendere a singhiozzare.
Si torna all’amore e alla pace, messaggio che esplode nel vortice dei 6 minuti di
Love & Peace, col fedele batterista Dan Magnusson e l’armonicista Malcolm Arison (ospite convincente nell’ottimo blues di
Regular Man), Steve Seasick resta ancorato a quella sottile autoironia, con la sua consapevolezza di muoversi nella direzione sbagliata del vicolo cieco in cui tutti ci troviamo.
Nella ballata
I Will Do For You salgono brevi, improvvisi primi piani alla chitarra elettrica, piani a distanza ravvicinata col blues, Steve Seasick sa come sganciarsi da temi che riducono l'individuo sempre più ad una inconsapevole marionetta in balia del caso (il blues acido di
Clock Is Running), ed illustrare storie con sentimenti dalle facce diverse tra l’acustica bellezza di
Carni Days e il passo elettrico accattivante di
My Woman.
Temi sociali che non trattengono il racconto di
Love & Peace in un solco prevedibile (i cambi di ritmo di
Church Of Me, con ancora un’armonica quanto mai vitale (anche in
Ain't Nothin' Like The Boogie e
Ready Or Not), solo attenuati dalla cigar box nel delizioso trasalire del senso in
Toes in the Mud.
A Steve Seasick si riconosce insomma un germe di pensieri ed emozioni ancora molto vivo che, tra le parole della conclusiva
Mercy, potrebbe riassumersi in una accesa curiosità verso il quotidiano, destinata a ricadere in zone d'ombra e in dolorose contrazioni esistenziali.
Quelle di Love & Peace si lasciano percorrere da pulsioni e movimenti, memoria di una tradizione del blues, storica quanto sociale, in cui val la pena ritrovarsi.