JUKE JOINT HIGHBALL (She Ain't Here “A Tribute to R.L. Burnside” )
Discografia border=Pelle

     

  

  Recensione del  17/06/2020


    

Robert Lee Burnside nasce in Mississippi, il suo amore per il blues cresce con Fred McDowell che viveva non distante, e naturalmente le influenze di Muddy Waters conosciuto a Chicago, ma le vicissitudini tragiche familiari condizioneranno la sua musica e il ritorno in Mississippi dove finì in gattabuia per omicidio, sarà un episodio indicativo di una nuova vita.
Le prime registrazioni dalla fine degli anni 60, Grant Sabin musicista del Colorado decide di riportarle in auge insieme al trio dei Juke Joint Highball con questo tributo She Ain’t Here, stile grezzo, energico, ripetitivo come il Mississippi blues pretende, tra l'anima swamp e il delta sound, e come una volta RL Burnside ha fatto con i suoi albums, She Ain’t Here segue lo stesso percorso.
All'ascolto “puro” si prospettano nella loro natura, musiche che si avvolgono su loro stesse, rimasticando all'infinito idee e grooves alla chitarra, lo dimostra l’approccio alla celebre Goin' Down South e Snake Drive, brani tratti da A Ass Pocket Of Whiskey disco del 1996.
Tra l’ottima Long Haired Doney, risale al 1969, Grant Sabin si assume arditamente il rischio di condurci sulla scia del blues di Go To Jail, ma come uno squarcio di strada chiede respiro, She Ain’t Here “A Tribute to R.L. Burnide” si dimostra essere una sorta di andata e ritorno nel passato per capire meglio, anche, il nostro presente.
La corrente tra Jumper On The Line e la splendida See What My Buddy Done è sinuosa, conduce chi si lascia portare da una sponda all'altra, lì i Juke Joint Highball mettono in evidenza il ‘tocco’ che permette di cambiarne registro in un passaggio non identificabile al momento, e rintracciabile a posteriori, perché ciò di cui si è sulle tracce diventi altro e altro ancora, e alla fine di Poor Black Mattie e della magica Heaven Sittin' Down, resti quella sensazione euforizzante di essere soltanto a un passo dal perché che tutto scioglierebbe.
R.L. Burnside.