Una bella spinta nel rock e col sound roots stradaiolo tipico Americano, i
Dirty Truckers di Tom Baker e Tad Overbaugh (voci e chitarre) tornano con
Second Dose, in perfetta sintonia con l’esordio del 2001, Bush League Romance, perché doveva essere un ‘Best Of’ ma le sorprese comprendono anche delle covers.
Conta poco, dettagli, il disco cattura l’attenzione in pochi attimi, la carica che sprigiona
Little Mine immediatamente colpisce i nostri sensi del rock, li scruta, li smuove, li trasforma, comunque li destabilizza, e così via, di corsa, da
Hotel Highway View a
Arms Length, le melodie trovano in questo mutamento temporale nuove e interessanti chiavi espressive che si correlano organicamente al dualismo rock/chitarre dei Dirty Truckers.
Come non lasciarsi coinvolgere dalla folgorante
Feedback, ti entra sottopelle, e le covers poi, tutte di assoluto valore (
Help You Ann dei Lyres, alla indiavolata armonica che trasforma in meglio
Ragin' Eyes di Nick Lowe e una
Sixteen Blue dei Replacements, gran ballata) in Second Dose c'è un'idea di rock che continua a farsi strada e a cui si resta attaccati tra i fuochi di
The Rise & Fall e
Back To Back, teso come una corda fino a
Not Missing A Thing.
Second Dose i Dirty Truckers lo declamano davanti allo specchio del rock.
È quello che vi basta sapere.