Last Light on the Highway è un ulteriore scommessa vinta dai
Robert Jon & The Wreck.
Penetra con abilità e desiderio un luogo, il rock, e i suoi dintorni (sfondi sudisti e R&B) in un arco di tempo limitato che dà ancor più compattezza a Last Light on the Highway di (di)segnare percorsi desideranti, al suo interno, contro la noia e il già sentito (il colore nostalgico che si insinua nella florida bellezza di
Oh Miss Carolina e
Work It Out, con le chitarre pronte a liberare vitali contenuti).
Sono i corpi che lo abitano e vivono in una simbiosi metastabile (nella carica di
Can't Stand It,
Do You Remember e l’ottima
Tired of Drinking Alone) che non finisce mai di inglobare/assumere/rigettare il rock, fino a costituirsi come campo di infinite possibilità equiprobabili nelle relazioni, e i sentimenti, che popolano in modo massiccio Last Light on the Highway.
This Time Around e la scossa di
Don't Let Me Go, da sole, diventano migliore del 5O% della produzione nostrana.. l’amore lavora in penombra e accompagna la fine della giornata (l'ora più bella di tutte) nel ricordo di
One Last Time e affolla la ballata di Gold, intimità e abbandono hanno un calore quasi tangibile nelle parole e voce di Robert Jon Burrison.
Una sensuale eleganza pedina
Last Light on the Highway, Pt. 1, per poi perdersi sulla ‘strada del rock’ di
Last Light on the Highway, Pt. 2, e lì che esplode di luci, emozioni, memorie.
Un esempio di come il rock possa ancora trasformarsi in materia viva, bruciante come una Catena lascia immaginare altrove possibili, spazi desideranti lasciati fuori campo.