Arrivano da Chippewa Falls, nel Wisconsin, con storie di Whiskey, donne, erba e chi più ne ha, più ne metta.. soffiano sulle vicende individuali degli
Outlaw Renegades, su Kevin Horstman e la sua band, un alito troppo simpatico per innescare chissà quali pretese, ma Outlaw Renegades è uno di quei dischi capaci di voltar di pagina.
Si divertono gli Outlaw Renegades, anche chi li ascolta,
Wild and Free e
Methamphetamine Blues hanno il giusto passo nell’outlaw country e nel roots/rock, è un po’ come i personaggi che descrivono, in cui si attrae e respinge, scontra e attorciglia un'umanità variamente sordida, con chitarre ben rodate, dal tasso alcolico forte come
Cheap Thrills, e ancora storie e storie di Whiskey, ebbene si, sono materia ribollente nell’ottima
The Whiskey Is Gonna Kill Me.
Altrove tutto sembra già essere stato raccontato, in Outlaw Renegades non del tutto.
Non ci vanno leggeri in
Granny Song (Fuck Pop Country), ma come dargli torto, chitarre sempre errabonde, scrutano gesti e movimenti del country, irrequieto come
Asshole Song, altro trattato ‘filosofico’ di vita.
La malinconia agreste che sale nella deliziosa
End of the Bar è uno spazio aperto che andava reinventato e riattraversato in tutte le direzioni, senza tener conto di nessuna delle rotte già tracciate, per quello basta la grana grossa di
Outta My Mind e le mosse cow-punk di
Outlaw Harvester.
Ascoltare
Psycho, Crazy, and Insane solleva di morale, e se magari abbiamo mangiato male e abbiamo i bioritmi nel verso sbagliato, vedrete che tutto torna a posto.
Non so per quanto, ma sono dettagli di poco conto.