Lo spirito errante di anime solitarie, di diavoli, fantasmi e ‘lost highways’, dietro l’esordio dei
Luther Black and the Cold Hard Facts c’è il 59enne Rick Wagner, porta con se esperienze di vite tra Rock aspri e ballate profonde.
Tutto parte proprio da quel
59, a rappresentare un approccio intimista, ma siamo sempre al di qua dello scivolamento nella psicologia dei loro personaggi, lo si ribadisce in
Proof e
World Won't Wait, entrambe pregne d'una nostalgia che ci affascina e che ci viene perfettamente, irrimediabilmente trasmessa.
Con le vibrazioni di
The Ghost that's Chasing Me e la carica sferzante di
Trouble, Luther Black and the Cold Hard Facts ci consente l'avvicinamento a storie che si distendono dense e tuttavia dilatate dal rock, senza una temporalità melodica che possa contenerle o guidarle in
Under the Influence of Love, o senza essere da essa definita come luogo nel quale deporre la propria anima per essere tranquillo e certo, di una custodia sicura.
Backroads viaggia libera, fa sentire la sua voce quando le passioni e i sentimenti chiedono la parola in
Hold You in my Arms Tonight, reclamano un libero fluire, che alla fine è lo stesso che invocano le ballate
Lonesome Valley Blues e soprattutto
Prisoner of the Bottle, quello di essere rivelate laddove i testi non sempre sono in grado di farlo.
Visioni dalle highways americane che riusciranno a raggiungervi.