Lilly Hiatt torna alla foce dell’americana,
Rae apre un nuovo giro di emozioni, di confessioni piene di dettagli, non più autobiografiche, da una ballata si passa agli squilli elettrici di
P-Town e
Little Believer, il succo non cambia, pervadono la figura di
Walking Proof e non lo fiaccano, perchè la ragazza Viaggia nel cuore della musica cantautorale americana, nelle sue ombre, nei suoi corpi melodici che si attraggono.
In questo si dimostra ferrata, convince in
Some Kind Of Drug, nel passo malinconico di
Candy Lunch e
Drawl oppure quando si infilano rimandi country in
Walking Proof e acustici in
Move.
Lilly Hiatt è brava a saper raccordare abilmente piani melodici differenti per isolare e seguire i personaggi che racconta, combinarli con i voltaggi chitarristici a tratti elevati di
Brightest Star e
Never Play Guitar, e chissà, potrebbero anche scalfire il mondo maschile monodimensionalmente arrapato e/o aggressivo, stile Trump, perché no.
La ballata di
Scream chiude degnamente il quarto disco di Lilly Hiatt, lo riascolterete mentre si fa finta di vivere in attesa che ce ne torni la voglia.