Straight into the Blue ha chiare influenze rock anni ’70, si allarga il raggio d’azione, i confini non devono essere troppo marcati, senza regalare accenti ambigui, la grinta regna sovrana da
Air Balloon, con l’organo Hammond in bella vista in
Atlantis, il rock non ansima nel suo correre senza sosta contro il tempo solcato dai
Tricklebolt, band olandese al secondo disco.
Sunday suona diretta, rock 'n roll classico con l’armonica che infuoca il finale, Tim Kampman e Bastian Pen, chitarrista e cantante, danno un bel ritmo anche a
Freshly Mown Grass, si avvolge su stesso come una spirale senza uscita, dove vorresti entrarci per viverlo in lungo e in largo, non c'è niente di meno definitivo della geografia del rock: le cui placche si muovono, si scontrano in
Bonaire, rallentano ma hanno lo stesso passo deciso in
My Woman.
I Tricklebolt migliorano il livello del debutto? Diciamo che non si accontentano di registrare a piene luci con un effetto talora di sbalzo nel finale con la
Title Track, l’accelerata di Straight into the Blue comprende
Backbite e
I've Seen Skies, Pt. 2.
Spontanei, scelgono un suono più abrasivo, l’ideale per decifrare la complessità del presente.