MASSY FERGUSON (Great Divides)
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  Recensione del  17/09/2019
    

Ethan Anderson & Adam Monda sono i punti fermi da 13 anni dei Massy Ferguson, al 6° disco è ancora facile immaginare la carica del Rock tra utili fraseggi nell’Americana che si sprigionano in tutte le sue implicazioni.
Dirette e brillanti come la carica di Can't Remember, un suono che può salvare dalla piatta e monotona giornata lavorativa, poi ci sono i testi, a surrogare con immagini di un piacevole viaggio da Seattle, bar e ‘dirty roads’ e migliaia di kilometri dal NorthWest Americano.
Great Divides sa dare le giuste scosse, i Massy Ferguson si portano dietro uno sguardo duro e malinconico di chi non si allontana dalla realtà per stanchezza, gli spunti di Drop an Atom Bomb on Me, Rerun e soprattutto Maybe the Gods dove si libera un sound avvolgente, intrigano quanto i contenuti lasciati fluire al pianoforte di Momma's in the Backseat, non resta sullo sfondo, non da mai l'impressione di essere un suono stanco quello dei Massy Ferguson e vien voglia di riascoltare i mitici Slobberbone e questo è un altro punto a loro favore.
Qualche ballata in meno, forse, Wolf Moon su tutte, per il resto come testimonia la chiusura di They Want That Sound, se ascoltare Great Divides non significa rompere finestre, ma solo i timpani e le scatole, è già un successo per chi ama il Rock ‘n Roll!