Sentori psychedelici accennati, tanto spirito hippie, quello dell’amore dappertutto, la buona notizia è che sono Svedesi, amano il rock classico, anni 70’, guardano a quel mondo che si è portato via quell'amore perché qui, oggi, l'amore è sempre un'altra cosa.
Quello è l’amore vero, ma questo non è affatto un'ombra.
Flowers è il disco d’esordio della numerosa band dei
Children of the Sün (sono ben 8), sin da
Her Game sbuffano vapori di classic rock come fossero certezze, i vocalizzi di Josefina Berglund Ekholm sono un punto di forza inattaccabile (si carica sulle spalle con naturalezza gli 8 minuti di
Beyond the Sun) e insieme alla chitarra di Jacob Hellenrud disegnano una serie di quadri melodici che ci dicono parecchio di un'intera epoca, di una società, dei suoi miti e dei suoi difetti, l’effetto è pieni di fascino (
Emmy, la tosta
Hard Workin Man).
Son bravi i Children of the Sün perchè vanno a cercare un riflesso della propria coscienza agli antipodi del rock, la
Title Track e
Sunchild, e con Flowers si pongono di fronte al futuro con il medesimo entusiasmo.