Di Los Angeles, della California, della sua storia musicale, il disco d’esordio di
Greg Felden né è pieno, ‘rootsy sound’, folk, ballate e venature rock sbucano da
When the Change Comes in poi, e vien voglia di ascoltarlo
Made of Strings.
Voce e melodie conquistano cantando della vita, sentimenti e introspezione si sfiorano, non sempre si afferrano, la sintesi più felice e nell’approccio acustico di
Man Like Me, e ritorna, nel tempo rallentato e dilatato di
Take You Back Home,
Better This Way e
Made of Strings.
Azzeccata la vertigine elettrica che apre bei solchi in
Bad Guy in cui i quattro minuti di durata, sbriciolano frammenti del talento di Greg Felden e il tempo di attrazione a Made of Strings, fra corpi infiniti del rock di
Tell Me What's Broken, si allunga.
La bellezza di
Ghosts è utile per riappropriarsi dello spazio aperto da Made of Strings e dentro di esso Greg Felden ci fa piombare insieme a corpi di melodia non comune, siate pronti a radunarli per poi disperderli in giro.