BETH BOMBARA (Evergreen)
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  Recensione del  09/09/2019
    

Beth Bombara è di St. Louis, dopo una lunga carriera iniziata all’età di 16 anni, nel 2017 decide di isolarsi per un break necessario a ricaricare le pile tra le montagne del Colorado dove permane, nello sfacelo del presente, una intrigante riserva di civiltà.
Ad ascoltare Evergreen, la riflessione sugli anni passati e trascorsi insieme al marito e bassista Kit Hamon, ha condotto il quartetto (ottimo il lavoro del chitarrista Samuel Gregg) verso ispirati spazi rock e nell’americana, una base elettrica che riflette lati melodici piacevoli (I Only Cry When I'm Alone, Upside Down, Anymore) filtrati da una sorta di dolente e amara malinconia, spicca la bella Tenderhearted a trasformare un punto di vista diverso sulle cose della vita, che alla fine non si può che riconoscere.
Tra ballate che sanno come pungere in Does It Echo? e Evergreen a nervose parentesi come Good News e Criminal Tongue, si introducono uno dopo l'altro elementi cari a un rock semplice e diretto su cui ruota il racconto di Evergreen, un amore tutt'altro che provvisorio perché concepito per quegli spazi.