Chris Robinson Brotherhood sono ancora capaci di inventare uno spazio stellato in cui le figure del rock, proiettate al negativo e sovrimpresse in modo così naturale che ogni volta che i sentieri in
Servants of the Sun cominciano a biforcarsi, vien da chiedersi dove ci vuol condurre Chris Robinson.
Brani ipnotici come punti luminosi, palle di luce che si muovono parallelamente alla chitarra di Neal Casal e tra le tastiere di Adam MacDougal, un vortice coinvolgente di rock, psichedelico ma sempre bello ricco dal punto di vista melodico, basta la fiammante
Some Earthly Delights per farsene un’idea.
Con Chris Robinson si parla di rock ma anche sotto sopra attorno dentro a fianco,
Rare Birds proposta dal vivo da tempo e
Comin' Round the Mountain e
The Chauffeur's Daughter suonano come dei classici della band, l’approccio alla ballata (magiche sia
Stars Fell on California che
Dice Game) riesce a catturare in un'apparente assenza di azione e a trasformarla, imprevedibilmente, in storia ed emozioni.
Le inflessioni in crescendo della chitarra e dei vocalizzi di Chris Robinson in
A Smiling Epitaph rilasciano quella sensazione che il suo posto sia ovunque e in nessun luogo, il succo di Servants of the Sun che pervade tutto lo spazio del rock senza essere concretamente in nessun punto specifico di quello spazio medesimo.
Non autoescludetevi dalla possibilità di «abitare» 50 minuti ‘indimenticabili’.