Robert Jon And The Wreck sembravano paghi di spaziare nel classic rock e invece ecco la sorpresa di
Take Me Higher.
Proprio così, la ricchezza di temi e motivi dei californiani che tornano a fare del sano rock Americano arricchito da uno spirito sudista presente più che mai, scava nella loro breve storia e Take Me Higher merita di stare sul podio.
Robert Jon Burrison -voce e chitarra- parte col piede giusto nella
Title track, tende a mettere insieme spazi distanti del rock con una concatenazione di melodie schiette e senza fronzoli vicine all'immagine di un tronco d’albero forte ed antico, le cui radici affondano nella terra Sudista mentre i rami toccano il cielo (
Going Down,
Makes Me Wanna Yell e
Goodbye Baby).
Si lascia ascoltare tutto d’un fiato, i brani sono scorrevoli e avvolgenti, altro che piatti e già sentiti ad ascoltare
Something To Remember Me By, i tempi mai sconnessi con le chitarre, la piacevolzza di
Red, White, And Blood e gli 8 minuti della strumentale
Coming Home fanno sì che abbondino i motivi convincenti per ascoltare Take Me Higher a lungo.
Molto a lungo.